Il pignoramento delle pensioni è una delle situazioni più dolorose che un pensionato possa affrontare.
Dopo una vita intera di lavoro e sacrifici, ritrovarti con la pensione sotto attacco è un colpo durissimo, non solo sul piano economico, ma anche su quello umano.
All’improvviso ti viene a mancare l’unica certezza rimasta, quella piccola entrata mensile che ti permette di andare avanti, tra bollette, medicine e spese di sopravvivenza.
Il problema è che quando arriva la comunicazione del pignoramento, è spesso tardi per capire cosa fare.
Ti ritrovi con una pensione più bassa, senza sapere il perché, o con trattenute che iniziano senza preavviso, con termini e regole estremamente complicate.
Ti chiedi: “Possono davvero togliermi questi soldi? Fino a che punto possono arrivare? C’è un modo per fermare tutto questo?”
Questo articolo è pensato proprio per te.
Qui troverai risposte chiare, semplici e complete, scritte in un linguaggio che puoi comprendere senza difficoltà.
Parleremo di come funziona davvero il meccanismo del pignoramento, chi può avviarlo, cosa dice la legge sui limiti e quando invece la pensione non è pignorabile.
Ma soprattutto, vedremo cosa succede quando i debiti sono diventati troppi e non ce la fai più a tenere testa a tutto.
Perché sì, una via d’uscita esiste, ma non è quella che molti ti vogliono far credere e non è per tutti!
Quello che conta è capire se tu sei in quella condizione di vera difficoltà, dove ogni giorno che passa peggiora la situazione e può costarti ancora di più.

Come funziona il pignoramento della pensione?
Il pignoramento della pensione è una procedura legale attraverso cui un creditore può ottenere il pagamento di un debito direttamente dalla tua pensione.
Non si tratta di una scelta: quando il debito non viene saldato e il creditore ottiene un provvedimento dal giudice, l’INPS è obbligato per legge a trattenere una parte della tua pensione ogni mese e a versarla al creditore.
Tutto questo senza che tu possa fare molto, a meno che tu non intervenga per tempo.
Il meccanismo funziona così: una volta emesso il provvedimento, l’INPS riceve un atto di pignoramento e blocca una percentuale della pensione (secondo certi limiti che vedremo più avanti) e la mette da parte.
Si chiama "pignoramento presso terzi", perché l’INPS è il "terzo" soggetto che gestisce i tuoi soldi per conto del creditore.
Questa trattenuta avviene ogni mese e prosegue finché il debito non viene estinto, oppure fino a quando interviene una nuova decisione del giudice.
Il problema è che la procedura non guarda in faccia nessuno: che tu viva con una pensione minima o abbia altri prestiti in corso, la trattenuta parte comunque, seguendo solo le regole imposte dalla legge e se ci sono più creditori, la situazione può complicarsi ancora di più.
Il punto centrale è questo: una volta avviata la procedura di pignoramento, la pensione non è più tutta tua.
Una parte ti viene tolta ogni mese in un processo certamente lento e burocratico, ma inesorabile!
Spesso, per chi è già in difficoltà, può diventare il colpo di grazia.
Come si calcola il pignoramento delle pensioni?
Il calcolo del pignoramento delle pensioni non è immediato, ma segue regole precise stabilite dalla legge.
Il primo passaggio è capire quale parte della pensione può essere effettivamente toccata.
Non tutta la somma che ricevi ogni mese è pignorabile: c’è una parte che rimane sempre protetta, mentre il resto può essere soggetto a trattenute.
La base di partenza del calcolo è l’importo netto mensile della pensione, cioè quello che effettivamente ti viene accreditato sul conto dopo tutte le trattenute fiscali.
Su questo importo, l’INPS applica una percentuale che può variare in base al tipo di debito (se è verso una banca, un privato o l’Agenzia delle Entrate) e alla situazione personale del pensionato.
È importante sapere che il pignoramento può avvenire direttamente sulla pensione prima che ti venga accreditata oppure, puoi subire anche il pignoramento del conto corrente dove ricevi la pensione, se ci sono somme accumulate.
Ma attenzione: le regole sono diverse nei due casi e i calcoli non sempre coincidono.
L’INPS, sulla base della documentazione che riceve dal tribunale, applica una trattenuta che viene fuori da un calcolo.
Anche se questo calcolo può sembrarti complicato, il risultato è semplice da capire per chi lo subisce: ogni mese prendi meno soldi!
Spesso scopri quanto ti tolgono solo dopo che il danno è fatto.
Qual è il limite al pignoramento delle pensioni?
Una delle domande più comuni che ci pongono è: “Ma fino a quanto possono pignorarmi la pensione?”
La buona notizia è che la legge prevede dei limiti precisi per proteggere chi percepisce una pensione.
A differenza di quello che accade con il pignoramento di stipendio, nel caso della pensione esiste un minimo vitale che non può mai essere toccato.
Questo minimo è calcolato sulla base della pensione minima INPS aumentata del doppio.
In pratica, c’è una soglia mensile sotto la quale la tua pensione non è pignorabile.
Attualmente questa soglia è di 1.077,38 euro, appunto il doppio del valore dell’assegno sociale che nel 2025 è di 538,69 euro e cambia di anno in anno in base agli aggiornamenti dell’INPS.
Significa che se la tua pensione è di 950 euro, nessuno può toccarla. Se invece è più alta della soglia minima, solo la parte che supera questo minimo è soggetta a pignoramento.
Attenzione però: il fatto che esista un limite non significa che il rischio sia basso.
Se la tua pensione è di poco superiore al minimo vitale, la parte pignorabile sarà comunque piccola, ma ti verrà trattenuta ogni mese finché il debito non sarà estinto.
Facciamo un esempio pratico.
Se percepisci una pensione di 1.300 euro, la quota di 1.077,38 non si può pignorare, quindi si interviene sulla differenza:
1.300 - 1.077,38 = 222,62 euro (base di calcolo)
Il pignoramento si calcolerà solo su 222,62 euro e, nel caso di un debito finanziario, sarà il 20% di questa somma:
222,62 X 20% = 44,52 euro (importo trattenuto)
Nel caso dello stipendio, invece, questa tutela non esiste, ma ciò non toglie che anche il pignoramento delle pensioni possa essere devastante!
Quando la pensione non può essere pignorata?
Non tutte le pensioni possono essere pignorate!
Esistono casi in cui la legge protegge completamente l’importo ricevuto, impedendo ai creditori di agire.
Questa tutela si basa sull’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, che stabilisce la natura dei crediti impignorabili e regola l’azione esecutiva dei creditori per mantenere una tutela nei confronti dei debitori.
In particolare, sono totalmente impignorabili:
- Le pensioni di invalidità civile: si tratta di somme riconosciute per compensare una condizione di disabilità o inabilità al lavoro. Non sono considerate reddito disponibile, ma sussidi per il sostentamento, quindi non possono essere toccate in nessun caso.
- Le pensioni sociali: sono destinate a chi non ha altro reddito o ha un reddito molto basso. Rientrano nella sfera dell’assistenza pubblica e sono integralmente protette, proprio per garantire la sopravvivenza minima del pensionato.
- Le pensioni di guerra: riconosciute a chi ha subito danni fisici o psichici durante conflitti armati o ai familiari delle vittime. Anche in questo caso, si tratta di indennità a tutela della persona, e quindi sono escluse dal pignoramento.
Un discorso diverso va fatto per le pensioni di vecchiaia, soprattutto quando si trovano al minimo vitale. In questi casi, se l’importo rientra nei limiti stabiliti dalla legge (il doppio dell’assegno sociale, come visto prima), non si può procedere al pignoramento.
Tenendo presente che se l’importo è più alto, la parte eccedente è soggetta a trattenuta.
Il principio che guida queste eccezioni è semplice ma importante: nessuno può toglierti ciò che ti serve per vivere.
La legge, con l’articolo 545 CPC, mette un freno a eventuali soprusi del recupero crediti, almeno quando si tratta di pensioni destinate a chi è già in condizioni di difficoltà economica.
Ma attenzione: questo non significa che tutti siano al sicuro.
Se percepisci una pensione regolare, sopra il minimo, la pignorabilità della pensione diventa una possibilità concreta e ignorare il problema può costarti caro.

Chi può pignorare la pensione?
Il pignoramento delle pensioni può essere richiesto da diversi tipi di creditori, ognuno con regole e limiti specifici.
Sapere chi può agire e in che modo è fondamentale per capire come proteggere la propria pensione.
1. Banche e finanziarie
Se hai debiti con banche o finanziarie (prestiti, mutui, carte di credito), queste possono richiedere il pignoramento della tua pensione con la trattenuta massima di un quinto (20%) della parte della pensione che supera il minimo vitale.
Ad esempio, se la tua pensione è di 1.300 euro, il minimo vitale è 1.077,38 euro. Solo 222,62 euro eccedenti possono essere pignorati e per il 20%, ovvero 44,52 euro.
2. Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia)
Per debiti fiscali, come tasse o cartelle esattoriali, Equitalia può procedere al pignoramento delle pensioni. Le percentuali di trattenuta variano in base all'importo della pensione:
- 1/10 per pensioni fino a 2.500 euro
- 1/7 per pensioni tra 2.500 e 5.000 euro
- 1/5 per pensioni superiori a 5.000 euro
N.B. Queste quote si applicano sempre sulla parte eccedente il minimo vitale.
3. Obblighi di mantenimento (figli ed ex coniuge)
In caso di mancato pagamento dell'assegno di mantenimento per figli o ex coniuge, il creditore può richiedere il pignoramento della pensione.
Questo pignoramento, detto "alimentare", ha caratteristiche particolari:
- Non è soggetto al limite del quinto: il giudice può autorizzare trattenute superiori, fino al 50% della pensione.
- Ha priorità rispetto ad altri pignoramenti: se ci sono più creditori, quelli per mantenimento vengono soddisfatti per primi.
4. Altri creditori
Anche altri soggetti, come privati cittadini o aziende, possono richiedere il pignoramento delle pensioni per crediti derivanti da contratti, risarcimenti, cambiali, ecc.
In questi casi, si applica la regola del limite di un quinto sulla parte eccedente il minimo vitale.
Limite complessivo delle trattenute al pignoramento pensione
È possibile che sulla stessa pensione vengano applicati più pignoramenti contemporaneamente.
In questo caso la legge stabilisce che la somma totale delle trattenute non può superare il 50% della pensione netta.
Se questo limite viene raggiunto, i pignoramenti successivi devono attendere che si liberi capienza per potersi inserire e si mettono in coda.
Conoscere chi può pignorare la pensione e in che misura è essenziale per comprendere i propri diritti e le possibili azioni da intraprendere in caso di difficoltà economiche.
Quanti pignoramenti pensione si possono subire?
La domanda è legittima e preoccupante: “Se ho più debiti, quanti pignoramenti posso subire sulla pensione?”
La risposta è che dipende dalla natura dei creditori e dal tipo di debito.
Se hai più debiti con creditori della stessa natura – ad esempio due finanziarie o due banche – i pignoramenti non partono tutti insieme.
Vengono gestiti uno alla volta, in ordine cronologico, cioè in base a chi ha avviato per primo la procedura.
Solo dopo che il primo creditore è stato soddisfatto si passa al successivo, questo perché la legge impone il limite di un quinto alla quota pignorabile e stabilisce un “ordine di attesa” per creditori simili.
La situazione cambia se i creditori sono di natura diversa.
In questo caso, è normale che più pignoramenti avvengano contemporaneamente, ognuno con la propria regola. Ad esempio, potresti trovarti con:
- una trattenuta per un finanziamento (massimo il 20% della quota pignorabile),
- una per cartelle esattoriali (con il 10% della quota pignorabile sulla pensione),
- una per mantenimento a ex coniuge (che può arrivare fino al 50%).
Questi pignoramenti possono sommarsi, ma sempre entro il limite massimo complessivo del 50% della pensione netta.
Significa che, anche in caso di più pignoramenti, la legge garantisce che almeno metà della pensione ti resti per vivere.
È un sistema che tutela in parte il pensionato, ma che può comunque lasciarti con una somma molto ridotta ogni mese, specie se hai più debiti di natura diversa.
Per questo motivo, quando la situazione si complica, il rischio concreto è quello di restare schiacciato da più pignoramenti, che si accumulano nel tempo e non ti lasciano respiro.
Quanto dura il pignoramento della pensione?
Il pignoramento della pensione non ha una durata fissa uguale per tutti.
La trattenuta continua finché il debito non viene estinto completamente!
Questo significa che, una volta avviata la procedura, ogni mese una parte della pensione ti viene tolta e girata al creditore e così sarà finché l’importo dovuto (compresi interessi e spese legali) non sarà stato saldato fino all’ultimo centesimo.
Se il debito è alto e la trattenuta è bassa, come spesso accade, il pignoramento andrà avanti per moltissimi anni.
Ad esempio, se ti pignorano 45 euro al mese per un debito di 20.000 euro, ti serviranno circa 37 anni per liberartene e se nel frattempo subentra un altro creditore o si aggiungono ulteriori spese, la durata può allungarsi ancora.
Il pignoramento si può interrompere anche nel caso in cui il creditore rinunci, il giudice blocchi l’esecuzione, oppure intervenga una procedura legale che risolva la situazione in modo complessivo.
Ma finché nulla cambia, il pignoramento va avanti mese dopo mese, togliendoti una parte della pensione in modo costante e pesante nel tempo!
È questo che spesso non viene spiegato abbastanza: non è solo l’importo trattenuto a pesare, ma la sua durata indefinita, che finisce per logorare chi vive già in una condizione economica fragile.
Mentre il debito sembra fermo, in realtà cresce e si radica nella tua vita quotidiana, lasciandoti sempre meno possibilità di recupero.

Come evitare il pignoramento delle pensioni?
Quando arriva la minaccia del pignoramento della pensione, è naturale cercare una via d’uscita.
È proprio in quel momento che iniziano a farsi avanti "soluzioni" che, invece di risolvere, peggiorano tutto.
Una su tutte è il consolidamento dei debiti!
In teoria ti promettono una rata unica e più leggera, ma nella realtà ti allungano la vita del debito, ti fanno pagare più interessi e ti legano mani e piedi.
Per un pensionato, è come mettersi in trappola da solo: ogni mese quella rata fissa diventa una catena che non puoi spezzare e se qualcosa va storto, una spesa imprevista, un’altra trattenuta, salti anche quella rata e finisci nella spirale peggiore: quella del sovraindebitamento vero.
La rata unica è la falsa speranza per salvarti dai debiti, perché non cancella il problema, lo maschera.
Ma quando hai più debiti di quanto puoi realmente sostenere, quando ogni mese è una corsa a scegliere tra pagare il prestito o fare la spesa, allora quella non è una soluzione, è solo l’anticamera del pignoramento.
Diverso è il discorso per il saldo e stralcio, che può funzionare ma con debiti piccoli avendo concretamente la disponibilità economica.
Significa che se hai un piccolo debito puoi proporre al creditore una cifra unica, magari con uno sconto, questo potrebbe farti chiudere il debito ed evitare il pignoramento.
Ma stiamo parlando di un’eccezione, funziona solo se hai i soldi per farlo e se il creditore accetta.
Non è garantito e, soprattutto, non è una strada percorribile da chi ha troppi debiti e nessuna liquidità.
Chi si trova in una condizione di sovraindebitamento, dove ogni mese ci sono più uscite che entrate, non può cavarsela con una trattativa o con una nuova rata da aggiungere alle altre.
In questi casi servono soluzioni vere, pensate proprio per chi non ce la fa più.
Come risolvere il pignoramento pensione?
Quando ti ritrovi con la pensione pignorata e il conto che si svuota ogni mese, il problema non è solo quel singolo debito.
Il problema è che sei finito in una condizione di sovraindebitamento: troppe uscite, entrate insufficienti e nessuna possibilità reale di recupero.
È come stare in una barca piena di buchi: svuoti un secchio d’acqua, ma ne entrano tre e nel frattempo affondi.
Il vero dramma è che molti pensionati non sanno di essere sovraindebitati, pensano di avere solo qualche arretrato, qualche trattenuta di troppo, ma intanto non riescono più a gestire nulla.
Non c’è più spazio per vivere, solo per pagare e quando si cerca una soluzione, si finisce nelle mani sbagliate.
Avvocati generalisti, gestori improvvisati, agenzie del debito che promettono miracoli… ce ne sono di tutti i tipi.
Tutti pronti a dirti cosa fare, ma pochi che conoscono davvero le leggi specifiche che riguardano il sovraindebitamento.
I risultati sono: soldi spesi per consulenze inutili, tempo perso e situazione che peggiora.
Alcuni ti confondono apposta, ti danno soluzioni generiche che non c'entrano niente con la tua condizione reale e tu resti solo, con la pensione tagliata e senza vie d’uscita.
I veri Specialisti in questo campo sono solo quelli che da anni si occupano esclusivamente di procedure contro il sovraindebitamento previste dalla legge 3 del 2012 e dal codice della crisi.
Gli Specialisti di Legge3.it sono i primi professionisti del settore, affrontando il problema ogni giorno e portando solo risultati concreti a chi si trova davvero nei guai!
Se sei in sovraindebitamento, non è più il momento di tentare.
È il momento di affidarti a chi queste situazioni le risolve sul serio e, se sei arrivato fin qui, vuol dire che è il momento giusto per farlo!
La storia vera di Abdelaziz: da 123.000 € di debiti a una nuova vita
Quando Abdelaziz si è rivolto a Legge3.it, era un uomo stremato, non solo dai 123.000 € di debiti che lo schiacciavano, ma soprattutto da anni di tentativi non riusciti e da un peso emotivo che gli stava togliendo la serenità.
I suoi problemi erano con Equitalia, causati dall’incompetenza del commercialista.
Una cifra enorme di tasse che lo ha spinto in un tunnel di debiti da cui sembrava impossibile uscire.
In quel periodo, oltre ai problemi economici, si sono aggiunti anche problemi di salute, che lo hanno costretto a restare fermo per un po’.
Quando poi ha trovato un lavoro da dipendente, con uno stipendio dignitoso, sperava di poterne uscire, ma i debiti erano diventati troppi, troppo grandi.
Ogni porta a cui bussava per risolvere il suo problema, sembrava chiusa!
Ha provato di tutto, ma nulla lo ha liberato.
Poi ha conosciuto Legge3.it, all’inizio, Abdelaziz era scettico, aveva già sentito tante promesse vuote e pericolose.
Ma lo Specialista di Legge3.it non ha fatto promesse, gli ha spiegato tutto, lo ha ascoltato e lo ha rassicurato con la competenza di chi queste situazioni le affronta ogni giorno.
Si è sentito dire: “Ce la faremo, ma serve pazienza.”
E così è stato!
Grazie alla procedura prevista dalla Legge 3 del 2012, Abdelaziz ha messo a disposizione solo quello che poteva del suo stipendio.
Il giudice ha approvato la proposta, riducendo il suo debito da 123.000 € a una rata mensile di 300 € da pagare per quattro anni.
Uno stralcio di oltre l’88%, che gli ha permesso di ripartire davvero, pulito, senza più il peso del passato!
Oggi Abdelaziz è un uomo diverso, vive serenamente con sua moglie e la famiglia e ha ritrovato la tranquillità che sembrava persa per sempre.
Guarda il video con la testimonianza di Abdelaziz e sua moglie e ascolta direttamente le sue parole!
La Garanzia 100% Soddisfatti o Rimborsati
Chi si rivolge a Legge3.it per eliminare i debiti, deve avere certezza di risultato!
In Legge3.it ci assumiamo pienamente la responsabilità di quello che facciamo e quindi diamo, senza alcuna difficoltà, piena Garanzia scritta ad ogni cliente!
Il funzionamento della Garanzia 100 % Soddisfatti o Rimborsati è molto semplice, garantiamo al cliente la certezza di risultato e se questo non avviene restituiamo ogni singolo centesimo!
La Garanzia 100% Soddisfatti o Rimborsati è un impegno preciso che tutela il cliente da brutte sorprese!
100% Casi di Successo
Da sempre Legge3.it mantiene il primato del 100% di pratiche portate a buon fine!
Perché per Legge3.it ogni pratica rappresenta una persona, una famiglia!
Le famiglie che ad oggi abbiamo aiutato sono 368, liberate da 162.140.000 € di debiti impossibili da pagare.
Nessuno è rimasto indietro!
Servizio Sicuro Verificato il Salvagente
Su ogni testimonianza video è presente il bollino Testimonianza Reale Verificata Il Salvagente.
Si tratta di una verifica a completa tutela del cliente fatta dalla storica rivista che tutela i diritti del consumatore “Il Salvagente”.
Per poter applicare il bollino alla testimonianza, Il Salvagente effettua delle verifiche attente su tutto l’iter:
- Verifica che le persone sono vere,
- Verifica che la sentenza sia reale e rispondente alla persona,
- Verifica che quello che quello che i clienti raccontano sia vero e spontaneo,
- Verifica che tutto sia reale!
Le verifiche approfondite ci permettono di avere il bollino Testimonianza Reale Verificata Il Salvagente ormai dal 2019